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MOSTRA

PRATOBELLO Delenda Est

 

Visitabile dall’ 8 Agosto al 1 Settembre all’EXMA di Cagliari, in via San Lucifero 70. La mia mostra personale, incentrata sulla celebrazione della lotta di Pratobello, Una lotta del popolo per il popolo.

 

La Storia.

Il 1969 fu un anno memorabile per il paese di Orgosolo. La popolazione, tutta schierata, riuscì ad opporsi alla decisione statale. Il volere popolare si oppose alla creazione di un poligono nelle terre comuni di Pratobello.

Il recupero del territorio comunale è il fulcro della lotta. L’economia pastorale orgolese, che sui quei terreni di pascolo comune fonda la sua esistenza nel periodo estivo, non poteva sopravvivere. La sussistenza andava difesa a tutti i costi.

La lotta prese avvio dal circolo giovanile per infiammare tutta la popolazione.

Fu, sin dal principio, una lotta non violenta. La popolazione intera (non si esclusero nemmeno donne e bambini) si oppose alla venuta dei militari con azioni di disturbo.

Non si cercò mai lo scontro frontale, si fece in modo che non potessero avvenire le esercitazioni.

La popolazione si sparse per i campi, impedendo all’artiglieria di sparare. Grandi conoscitori dei luoghi, gli orgolesi riuscirono a sottrarsi ai ripetuti rastrellamenti dei militari.

Lo stallo creato dagli orgolesi si sciolse infine per vie legaliste/parlamentari.

Una delegazione orgolese, recatasi a Roma, ebbe udienza dall’allora sottosegretario alla difesa Cossiga, con questi si impegnò a stipulare un accordo che prevedesse i giusti indennizzi per la popolazione e l’impegno a liberare le campagne orgolesi dopo un brevissimo periodo di esercitazione. L’accordo venne approvato dall’assemblea popolare al loro rientro.

La lotta, sebbene fortemente politicizzata all’interno del circolo giovanile, non riuscì ad attecchire ideologicamente in tutta la popolazione. Ciò che prevalse fu l’interesse personale, raggiunti gli obiettivi economici personali della maggioranza, la protesta ebbe fine. Prevalse la via del compromesso.

Quello che accadde a Pratobello fu, in ogni caso, un unicum nella storia del nostro paese. Una popolazione intera lottò per preservare il bene comune.

Il Borgo di pratobello.

Il simbolo di questa importante lotta oggi rimane il villaggio di Pratobello. Questo in origine fu creato per volere della cassa del mezzogiorno per favorire lo sviluppo economico del sud Italia. Il progetto originale della borgata prevedeva la costruzione di sei edifici tra i quali una chiesa, una scuola, un ambulatorio, un ufficio postale, due botteghe, alcune abitazioni ed un caseificio, complessi tutti inseriti all’interno di un’area ben definita.

Alcune tesi sostengono invece che il borgo sia sorto per un controllo del territorio al fine di contrastare il fenomeno del banditismo.

Il borgo sorge, in ogni caso, su un terreno particolarmente sfavorevole all’insediamento, una zona dove il caldo diventa difficilmente sopportabile e dove è difficile l’approvvigionamento idrico.

Questa borgata, secondo le intenzioni statali si sarebbe poi dovuta trasformare nel centro logistico del poligono.

Attualmente in uno stato di completo abbandono, quasi a voler esorcizzare un passato di imposizione, sembra essere vittima di una Damnatio Memorie molto singolare.

Su questo ho voluto concentrare la ricerca fotografica. L’Abbandono prende l’aspetto di rimozione. Anche la fierezza dell’azione compiuta, celebrata attraverso diversi murales in paese, in qualche caso sembra destinata all’oblio, col progressivo agire delle intemperie sulle pitture.